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Castro Ruz, Fidel.

Uomo politico e rivoluzionario cubano. Di famiglia benestante, divenne popolare in gioventù come avvocato dei poveri. Nel 1953 tentò la prima rivolta armata contro la dittatura del generale F. Batista, che lo fece arrestare e condannare a 15 anni di reclusione. Amnistiato e fuggito all'estero, C. sbarcò clandestinamente a Cuba nel dicembre 1956 e, alla guida di un centinaio di guerriglieri (tra cui il fratello Raul ed Ernesto “Che” Guevara), diede vita a un movimento insurrezionale che nel 1958 costrinse Batista ad abbandonare l'isola. Assunta la guida del Paese, C. riorganizzò lo Stato su basi nazionalistiche e socialiste (istituzione dell'istruzione popolare, della previdenza sociale, della nazionalizzazione dell'industria e della riforma agraria), facendo di Cuba il primo Stato comunista in America. Questa riorganizzazione dello Stato si scontrò con gli interessi economici e politici degli USA, che per reazione annullarono tutti gli accordi commerciali del passato, appoggiando i controrivoluzionari nel fallito tentativo dello sbarco nella Baia dei Porci del 1961. Si avvicinò quindi sempre più all'URSS, ratificando con Mosca una serie di accordi economici e militari. L'Unione Sovietica installò a Cuba nel 1962 una base di missili atomici; gli USA reagirono a questa minaccia nucleare, facendo emergere una delle crisi più gravi del dopoguerra, risoltasi con il ritiro delle testate atomiche, grazie alle trattative condotte da John F. Kennedy e Nikita Kruscev. Nel 1976 fu eletto presidente del Paese. Dal 1979 al 1982 il leader cubano fu presidente della conferenza dei Paesi non allineati. Nella seconda metà degli anni Ottanta, a causa delle profonde modificazioni intervenute in tutti i Paesi a regime comunista, Cuba si trovò in una condizione di crescente isolamento e l'immagine e la forza del vecchio capo rivoluzionario risultarono sensibilmente indebolite. Negli anni Novanta C. si vide perciò costretto (anche in considerazione dell'embargo attuato dagli Stati Uniti nel 1996) sia ad avviare una serie di riforme economiche per permettere agli investitori esteri di operare nell'isola, sia a porre in essere una politica di apertura verso i Paesi dell'Unione Europea. Nel dicembre del 1996 incontrò in Vaticano papa Giovanni Paolo II, a conferma della nuova linea politica di apertura. Nel gennaio 1998 ricevette lo stesso Giovanni Paolo II a Cuba. Nel 2001, dopo gli attentati contro le Torri Gemelle e il Pentagono, C. si dichiarò pronto a fornire agli Stati Uniti aiuti di carattere medico e umanitario e annunciò che avrebbe cooperato alla lotta contro il terrorismo internazionale. Nonostante ciò i rapporti fra l'amministrazione Bush e il Governo cubano rimasero molto tesi. Nel 2003 C. fu riconfermato presidente della Repubblica dall'Assemblea nazionale cubana, ma nell'estate del 2006, dovendosi sottoporre a un improvviso intervento chirurgico, lasciò temporaneamente il Governo del Paese al vice-presidente e fratello Raúl Castro. Nel febbraio 2008, con un messaggio apparso sul sito di Granma (l'organo di informazione del Partito comunista cubano), il leader cubano rinunciò alle cariche di presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando tutti i poteri al fratello, Nell'aprile 2011 si dimise anche dalla carica di primo segretario del Partito Comunista Cubano (n. Lemita Manacas 1927).
Fidel Castro